Novembre nell’orto: cosa seminare, raccogliere e come preparare le aiuole per il prossimo anno

Novembre nell’orto: cosa seminare, raccogliere e come preparare le aiuole per il prossimo anno

Stefano Orlandi

Novembre 7, 2025

Il fruscio degli ultimi steli sotto un cielo ancora tiepido racconta che il lavoro grosso dell’orto è finito, ma non concluso. In molte aiuole si vedono ancora radici arrotolate e foglie ingiallite: chi guarda da fuori potrebbe pensare che tutto sia ormai fermo, invece è il momento in cui si decide la salute del terreno per l’anno successivo. In queste settimane si compiono interventi tecnici e decisi: chi sparge concime, chi rimuove residui, chi ripensa la disposizione delle file. Un dettaglio che molti sottovalutano è che la cura autunnale riduce sensibilmente il rischio di malattie nella stagione seguente.

Pulizia e gestione dei residui

La prima operazione è la pulizia delle aiuole: vanno tolti i residui vegetali, inclusi gli apparati radicali, con l’aiuto di una vanga e una valutazione praticabile sullo stato sanitario del materiale. I residui sani possono finire nella compostiera, ma quelli infestati da marciumi o parassiti richiedono una gestione separata. Esistono tre vie pratiche: essiccazione e combustione controllata (con tutte le cautele), compostaggio se il materiale è sano, o interramento profondo in una buca protetta da uno strato di calce se si tratta di parti malate o frutti marci.

Novembre nell’orto: cosa seminare, raccogliere e come preparare le aiuole per il prossimo anno
Le semine di novembre sono selettive: poche colture sopportano bene i mesi freddi. – casecasa.it

Per piante come pomodori, melanzane e zucchini la tentazione di lasciarne i resti in campo è alta, ma la pratica favorisce la persistenza dei patogeni. Viceversa, le paglie dei fagioli rampicanti, se raccolte, possono essere incorporate come sovescio dopo una vangatura: rappresentano una fonte utile di azoto. In molte regioni italiane, questa fase è anche il momento per rimuovere le malerbe prima che vadano a seme, perché esistono semi capaci di sopravvivere a processi fermentativi e tornare a infestare il terreno.

Un approccio pratico è separare il materiale in pile: sano verso il compost, sospetto verso l’interramento sicuro. Questo metodo concreto riduce i rischi fitosanitari e libera spazio per gli interventi successivi.

Concimazione, scoline e ridefinizione delle aiuole

Dopo la pulizia, il passo successivo è la concimazione e la ristrutturazione delle aiuole. Si consiglia di interrare fertilizzanti organici — tipicamente da 3 a 5 kg di letame maturo per metro quadrato — oppure applicare compost ben decomposto. Nei terreni pesanti e argillosi è utile aggiungere sabbia per migliorare la struttura e il drenaggio. L’operazione si esegue con una vangatura profonda che omogeneizza il materiale organico.

Ripristinare le scoline è altrettanto importante: il sistema di drenaggio evita ruscellamenti e ristagni che favoriscono malattie. Nel progettare le aiuole future, conviene adottare misure semplici ma efficaci: una aiuola lavorabile senza entrarvi, con una larghezza massima di circa 150 cm se affiancata da camminamenti, e camminamenti larghi almeno 40 cm per consentire il passaggio. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno è proprio come il cattivo drenaggio moltiplichi i problemi nelle stagioni fredde.

La ridefinizione degli spazi serve anche a programmare le colture: riservare aree ampie alle specie da frutto come pomodoro e peperone, mantenere spazi per colture serbevoli come aglio, cipolla e patate, e prevedere rotazioni che riducano l’accumulo di patogeni. Infine, lasciare una piccola superficie libera offre la flessibilità per sperimentare nuove varietà o destinare un’aiuola alle aromatiche.

Cosa seminare e cosa raccogliere

Le semine di novembre sono selettive: poche colture sopportano bene i mesi freddi. In molte aree d’Italia — escluse le zone montane e alcune aree del Nord dove conviene aspettare la primavera — si possono ancora mettere a dimora fave e piselli, oltre ai bulbi di aglio e cipolla. In tunnel freddo, quando le temperature lo permettono, è possibile seminare lattughe e spinaci; in semenzaio, invece, è consigliabile evitare nuove semine perché le piantine crescerebbero fuori tempo e rischierebbero le gelate durante il trapianto.

Per la raccolta, novembre offre diverse soddisfazioni: finocchi, porri, e tutti i tipi di cavoli (verza, cavolo nero, cappuccio, cavolfiore) sono pronti e consumabili. Cime di rapa e radicchio completano la lista delle produzioni di stagione. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la disponibilità prolungata di alcune colture nelle regioni più miti: qui si trovano ancora zucchine e talvolta pomodori, grazie ai cambiamenti climatici e alle microzone protette.

Programmare ora le operazioni di fine ciclo, concimazione e scelta delle semine significa trasformare un lavoro autunnale in un vantaggio produttivo per l’anno successivo. Nelle aiuole ben ordinate e drenate, la prossima stagione partirà con un passo in più verso rese sane e costanti.